Leonzio Pilato nacque a Seminara nel primo decennio del XIV secolo.
Nato da genitori di ceppo greco, ricevette, come esso sostiene, i primi insegnamenti di lingua e cultura greca da Barlaam di Seminara, che gli fu maestro.
Verso il 1341/2 lo troviamo a Napoli dov’è conosciuto come grande esperto di mitologia greca, tanto da essere interpellato da Paolo da Perugia sull’interpretazione del mito greco di Penteo e, quindi, dei Misteri di Dioniso.
Verso il 1346/7 Leonzio Pilato, forse mandato da Barlaam a perfezionarsi nella lingua e letteratura greca, si reca nell’isola di Creta. Qui rimane per circa 10 anni e si procura da vivere tenendo lezioni per i figli della nobiltà veneziana, allora padroni dell’Isola.
Ritornato in Italia attraverso Venezia, nell’inverno del 1358 lo troviamo a Padova dove acquisisce grande fama per la sua straordinaria capacità di tradurre dal greco, lingua sino ad allora quasi del tutto sconosciuta in Italia. Francesco Petrarca, che lì si trovava e possedendo un codice greco dell’Iliade, volle conoscerlo e lo convinse a tradurre l’Iliade, cosa mai e da nessuno tentata prima.
Leonzio iniziò la traduzione dei primi cinque libri dell’Iliade, secondo la tecnica antica del verbum de verbo che mirava a far rispettare con assolutamente l’opera altrui con una riverenza quasi sacra per la parola in sé stessa e con note di spiegazione, ai margini, di tipo parafrastiche, mitologiche esegetiche del testo.
Questo modo di tradurre non piacque al Petrarca, che cercava più lo spirito piuttosto che la lettera della traduzione, secondo i precetti di San Giroloamo.
Arrivato verso il 304 I, Leonzio abbandonò la traduzione dell’Iliade e decise di recarsi ad Avignone.
La partenza di Leonzio privava il Petrarca della possibilità di conoscere, nella lingua dei Latini, i poemi omerici, per questo ne parlò a Giovanni Boccaccio.
Il Boccaccio, memore di avere conosciuto Leonzio attraverso le parole esaltanti di Paolo da Perugia, si mise sulle tracce del Seminarese e, dopo averlo ritrovato, lo convinse a seguirlo a Firenze e portare a termine la più straordinaria operazione culturale del ‘300: la traduzione completa dell’Iliade e dell’Odissea.
Per garantire uno stipendio al Calabrese, Boccaccio indusse la Repubblica di Firenze a istituire la prima Cattedra di Lingua greca in Italia, e a dare a Leonzio Pilato la direzione didattica e tenere pubbliche lezioni di lingua e letteratura greca.