Barlaam di Seminara (1)

Barlaam di SeminaraIl monaco basiliano Barlaam, ormai riconosciuto come il massimo teologo bizantino calabrese, nacque a Seminara (RB) nel 1290. La sua formazione spirituale e culturale avvenne nel Monastero Imperiale Ortodosso di Sant’Elia e San Filarete di Seminara, il più importante centro culturale della Calabria meridionale.

Consacrato monaco di San Basiglio Magno nel monastero di Sant’Elia di Capasino, presso Galatro, Barlaam svolse la sua prima attività spirituale a Seminara.

Postosi subito all’attenzione per le sue straordinarie doti intellettuali e come dotto in teologia e in filosofia, verso il 1328 venne chiamato dal nuovo imperatore di Costantinopoli, Andronico II, e dal Gran Domestico Giovanni Cantacuzeno, nella capitale dell’Impero Romano d’Oriente, divenendo il maggiore teologo della Chiesa di Bisanzio.

Proclamato Maestro della Teologia del Divino Dionigi Areopagita, nel 1334 il Patriarca di Costantinopoli, Giovanni XVI Caleca, gli affidò il compito di rappresentare la Chiesa Ortodossa nei colloqui, durante il tentativo tentativo unionistico, con i rappresentanti della Chiesa Cattolica, i vescovi Francesco da Camerino e Riccardo di Cherson. Durante questo tentativo, che doveva portare anche a un’alleanza militare contro i Turchi, oramai alle porte di Costantinopoli, Barlaam confutò, punto per punto, il Dogma Trinitario Latino, ricorrendo a sillogismi dialettici per difendere strenuamente il Dogma Greco sulla Processione dello Spirito Santo e sul Filioque.

La difesa strenua del Dogma Greco non fu, però, un atteggiamento chiuso e preconcetto verso i Latini, preoccupato com’era, Barlaam, che dall’eventuale fallimento delle trattative non sarebbe potuta nascere l’alleanza con le Potenze Cattoliche Occidentali per difendere l’Impero dai Turchi.

La rigidezza dei Legati Papali e del Clero Ortodosso, che attaccò il modo di procedere di Barlaam, fecero fallire le trattative e, definitivamente, le possibilità di ripresa della potenza militare di Bisanzio.

In seguito a questa esperienza, il teologo seminarese compose, in greco, il suo capolavoro: l’opera teologica Contra Latinos, recentemente e dopo 750 anni, tradotta e pubblicata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.